Gli studi a favore del primo pasto della giornata? Tutti sbagliati e/o manipolati.
Nel corso della pubblicazione delle puntate di questo articolo, tanti sono stati i commenti critici, come ad esempio: “Gli studi scientifici dicono esattamente il contrario, cioè che la colazione è benefica, impedisce il sovrappeso/obesità e aumenta l' energia durante l' attività sportiva” oppure “per aumentare massa muscolare non basta mangiare una sola volta la sera” o anche "senza carboidrati al mattino svengo", sono tra le più frequenti osservazioni in merito.
di claudio tozzi - direttore del corso "preparatore atletico vincente"
Senza contare che sarebbe diventata un’ abitudine stabile e diffusa in tutta il mondo occidentale solo poco più di 100 anni fa.
In questa articolo però tiro le somme delle parti precedenti, cercando di chiarire tutti i dubbi e i quesiti che mi avete fatto e mi sono fatto anche personalmente in merito a tutti questi dati antropologici.
Partiamo da un dato di fatto e cioè che è assolutamente vero che esistono numerosi studi positivi sulla colazione, tanto che ogni volta nel web girava il mio articolo, tutti rispondevano convivendo ricerche di qua e di là per smontare le mie tesi, che tesi non erano, ma solo dati di fatto.
Ma cosa dice esattamente la nutrizione “ufficiale” riguardo al primo pasto della giornata?
Secondo Andrea Poli (del “Nutrition Foundation of Italy” – citato dal Corriere della Sera/Salute del 13 ottobre 2013), la colazione dovrebbe fornire tra il 15 e il 20% del fabbisogno calorico giornaliero, quindi 350/400 per una persona che deve assumere 2000 calorie.
La colazione “ideale” consigliata è costituita da 200 ml di latte o di yogurt, 50 grammi di biscotti secchi e un bicchiere di spremuta.
Sempre secondo Poli, si dovrebbe utilizzare l’ acronimo CVERI:
- C: Completa, cioè la colazione dovrebbe comprendere sempre latte/derivati o yogurt, prodotti a base di cereali (fette biscottate,cereali pronti per la prima colazione,biscotti o prodotti da forno) e frutta (fresca o sotto forma di spremuta/succo o marmellate o composte). (Della serie: sei celiaco e/o intollerante/allergico al latte? Arrangiati. ndr)
- V: Varia, cioè deve essere varia
- E: Equilibrata, con il 15 e il 20% del fabbisogno calorico giornaliero
- R: Regolare, cioè deve essere fatta tutti i giorni
- P: Piacevole, cioè deve essere consumata in serenità (forse intendeva all’ interno di un mulino bianco? ndr)
Adesso andiamo a vedere alcuni di questi studi che confermerebbero il vantaggio della prima colazione, come per esempio uno studio del 2007 pubblicato dall’ European Journal of Clinical Nutrition condotta su studenti di 13 e 15 anni. Si è dimostrato che il rischio di sovrappeso era più del doppio (più 105 %) in chi non faceva mai colazione, rispetto a chi la faceva tutti i giorni.
Un altro studio, vastissimo, della Harvard School of Medicine, su uomini oltre 46 anni di età iniziato addirittura nel 1986 e tutt’ ora in corso, si è visto che chi consumava regolarmente la prima colazione, assumendo più di tre pasti nell’ arco della giornata, andava incontro ad un rischio minore di un aumento significativo di peso.
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Ma allora come si spiega che l’ homo sapiens, pur non avendo mai fatto colazione in milioni di anni di evoluzione (nemmeno dopo l’ introduzione dell’ agricoltura), in meno di 1000 anni diventa improvvisamente un pasto assolutamente fondamentale per la sua salute?
Si spiega con il fatto che, molto probabilmente, quasi tutti gli studi scientifici al riguardo del primo pasto della giornata degli ultimi 100 anni sarebbero sbagliati.
Lo so, lo so, cosa state pensando; il sottoscritto non sapendo cosa inventarsi per giustificare la Warrior Paleo Diet, dimostrata con i suoi prolissi articoli e mirabolanti studi antropologici, sbrocca delirando contro tutti i centinaia di studi di ogni tempo che vanno contro le sue teorie.
Il problema è però che non lo dico affatto io, ma gli stessi scienziati. Infatti una recente ed incredibile rassegna di tutti gli studi sul primo pasto della giornata, pubblicato sulla prestigiosa rivista scientifica “American of Clinical Nutrition”, ha titolato cosi:
“La fede oltre l’evidenza: utilizzare il supposto l’effetto colazione sull’ obesità per dimostrare due pratiche che distorcono l’ evidenza scientifica”
(Am J Clin Nutr Novembre 2013 vol. 98 no. 5 1298-1308)
In pratica Brawn e i colleghi del Centro nutrizionale di ricerca sull’ obesità, Scuola di sanità pubblica e il Dipartimento di Scienze della Nutrizione (Alabama University), hanno scoperto che quasi tutti gli studi riguardante l’ ipotesi che saltare la colazione abbia un correlazione diretta con l’ obesità sono falsati, sia intenzionalmente che non.
I ricercatori hanno analizzato moltissimi studi che dimostravano il cosiddetto PEBO (Proposed Effect of Breakfast on Obesity, cioè l’associazione tra saltare la colazione e obesità, che comprende anche l’ idea che l’introduzione della colazione provoca così una diminuzione del peso corporeo) e hanno scoperto che (intenzionalmente o no) la rassegna degli studi su questo argomento avevano spesso e volentieri due fattori errati e cioè il RLPV, la ricerca di carenza probatoria e il BRR, cioè le relazioni di ricerca parziale.
Più semplicemente, passando in rassegna decine di diversi studi, articoli, meta-analisi dal 1994 in poi che comproverebbero il PEBO, si è dimostrato che:
1) Il PEBO è solo presunto e invece è quasi sempre indicato come vero nonostante prove ambigue
2) Il continuo ripetere dell’ associazione tra prima colazione e l’obesità, è assolutamente gratuita; esistono numerosi studi non probativi nella letteratura PEBO.
3) Ci sono prove di un pregiudizio rispetto alla segnalazione della propria ricerca e quella altrui su questo argomento. Insomma, quando ci sono citazioni di altri studi si presumono conclusioni che magari quel dato studio non ha affatto confermato.
In pratica tutta la letterature attuale delle conoscenze scientifiche indica che il PEBO si presume solo che sia vero, senza prove valide.
La maggioranza delle ricerche osservazionali sul PEBO ha arbitrariamente stabilito l’associazione , ma non il rapporto causale tra saltare la prima colazione e l’obesità.
Un ipotesi inquietante delle motivazioni del perché di questa assurda situazione non è farina del mio sacco (che frase poco paleo!) ma è degli stessi scienziati americani e cioè riferibile al cosiddetto “effetto alone”.
In pratica affermare frequentemente i vantaggi generali del consumare la colazione, più facilmente riassunti con frasi ad effetto come “la prima colazione è il pasto più importante della giornata” e altro, potrebbero potenzialmente predisporre gli individui ad attribuire altre valenze positivi al primo pasto della giornata, a causa appunto dell’ effetto alone, cioè portandosi dietro l’ effetto psicologico conseguente che cibi utilizzati tradizionalmente al mattino siano considerati anche loro intrinsecamente buoni e sani.
I ricercatori dell’ Alabama University hanno identificato numerose dichiarazioni e raccomandazioni che incoraggiano le persone a mangiare la prima colazione con il preciso scopo di influenzare negativamente l’obesità.
Queste raccomandazioni sono provenienti da icone popolari della salute, oppure da autorevoli informazioni sanitarie basati sul web e anche dal Surgeon General il portavoce di primo piano in materia di salute pubblica nel governo federale degli Stati Uniti.
Altra testimonianza di questa situazione sono alcune affermazioni iperboliche e completamente infondate su chi salta la prima colazione, come ad esempio, “dopo saccheggiano il distributore automatico “, oppure simposi a cura di enti come La Nutrition Society (la più grande società scientifica di nutrizione in Europa, operante anche negli USA) intitolati “La colazione aiuta a gestire peso corporeo? “
Sono andato sul sito di questa Nutrition Society e nel loro logo c’è una spiga di grano…
Essenzialmente il gioco funzionerebbe cosi; un azienda che produce latte o derivati, oppure fette biscottate e altri alimenti “indicati” per la colazione, spesso non comunica direttamente che i loro prodotti sono salutari (perché sarebbe troppo sfacciato e non credibile) ma si tiene sul vago organizzando, per esempio, simposi “scientifici” su come saltare il primo pasto della giornata possa portare all’ obesità o, addirittura, a comportamenti bulimici.
Ma la colazione da sempre si fa al 90% proprio latticini e cereali e non con le salcicce, quindi per l’ “effetto alone” positivo, il consumatore al livello psicologico associa il cappuccino e cornetto (trasformato nel più scientifico “prodotto da forno”) a qualcosa di assolutamente benefico.
Un altro esempio? Vi ricordate la sopra citata “Nutrition Fondation of Italy” da cui il Corriere della Sera – Salute ha estrapolato le linee guida sulla colazione?
Tempo fa ha organizzato una tavola rotonda, con diversi medici di fama, sul tema “Il latte: ci nutre, ci parla”( ci parla, addirittura! Ndr) che si è svolto alla sede centrale del CONI a Roma (http://www.nutrition-foundation.it/Download/PROGRAMMA-Conv-Latte.pdf ) .
Lo sponsor dell’ incontro era Parmalat… Magari sono assolutamente in buona fede (come spero e credo) ma ditemi voi come si può credere all’ obiettività delle informazioni.
Inoltre mi chiedo se ad un convegno della Parmalat si può parlare, che ne so, della correlazione del latte con la sclerosi multipla, visto che ci sono sempre più prove di aumento di questa malattia autoimmunitaria con il consumo del bianco liquido bovino? (http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0018482 )
Oppure fare una bella lezione del latte che fa venire una bella retto-colite-ulcerosa (RCU), come è successo a un mio atleta che, togliendo i latticini è guarito, da emorragie intestinali caratteristiche di questa patologia? (http://www.geopaleodiet.com/blog/la-paleo-dietph-ha-guarito-la-mia-incurabile-retto-colite-ulcerosa )
Inoltre uno dei relatori è del CNA, cioè del “Consiglio per la Ricerca e la Sperimentazione in Agricoltura”, la cui immagine simbolo è sempre la spiga di grano, esattamente come l’ altro ente europeo-statunitense Nutrition Society…)
Sempre nel sito della Nutrition Fondation of Italy trovo subito uno studio effettuato su studenti di scuola media americani, che tra le altre cose, dice:
“E’ emerso innanzitutto che la prima colazione veniva mediamente consumata in famiglia meno di 2 volte alla settimana, mentre per la cena la frequenza di consumo nell’ambito domestico era decisamente maggiore (più di 4 volte alla settimana).
Inoltre, alla maggiore frequenza di consumo della prima colazione, corrispondeva una dieta in generale più variata, più ricca di alcune categorie di alimenti (ad esempio latte e derivati), più adeguata per quanto riguarda l’apporto di nutrienti (vitamine, fibre) e più bilanciata dal punto di vista energetico, in entrambi i sessi e indipendentemente dall’etnia.
Il migliore profilo nutrizionale del primo pasto della giornata si rifletteva in un migliore assetto ponderale dei ragazzi.(…)”
Insomma, la prima colazione è eccezionale, se si salta si diventa obesi. Ma cosa si consuma di solito al mattino? Latte.. Del resto abbiamo organizzato giustappunto una bella tavola rotonda!
Ecco il grafico degli studiosi americani hanno utilizzato per spiegare il fenomeno:
- A: La continua esposizione a frasi come “la prima colazione è il pasto più importante della giornata (“breakfast is the most important meal of the day”) può predisporre gli individui a considerare la colazione positiva causa dell’ ‘”effetto alone “
- B: il RLPV, cioè la carenza di prove relativo al PEBO, può aumentare questa predisposizione a credere che saltare la colazione porti all’ obesità attraverso il “semplice effetto di esposizione”, in particolare quando la ricerca viene presentato in modo parziale (ad esempio, in presenza di BRR, cioè di studi non obiettivi)
- C : Gli individui tendono a cercare informazioni che confermino il loro punto di vista e di rifiutare informazioni contrarie per prevenire o ridurre la dissonanza cognitiva, mantenendo in tal modo un campione distorto delle informazioni
- D. Un ipotetico grafico illustrativo che confronta di forza della sola convinzione che esista il PEBO, con la forza delle vere prove esistenti (che in realtà non lo dimostrano affatto).
Ripeto, non è strano, è una cosa che nel marketing della comunicazione si fa da sempre ed è assolutamente normale (non morale, ho detto normale…); per esempio in Italia gli opinion leader sotto contratto dalle grandi case che producono derivati dai cereali o del latte, difficilmente dicono che la pasta fa bene, ma che magari la carne fa venire il cancro. Ma se uno toglie la carne, cosa acquista per compensare? Vi lascio indovinare….
E se vi è venuto in mente un personaggio molto famoso, citato ovunque, che rispecchia questo esempio, bè forse avete ragione...
E’ un giochetto facile, ma ci cascano quasi tutti, perché lo ha detto “tal dei tali”, “luminare assoluto”, “mi fido di lui”, “come fate a dire il contrario”, “tu chi sei per contraddirlo”, ecc. ecc. ecc.
Non ci credete ancora? Bene, allora guardate la copertina di questa rivista scientifica americana, in cui si parla dei "benefici" della colazione; in basso destra c'è lo sponsor...
Ma come possiamo ancora credere all' indipendenza degli scienziati, ditemi voi!
Riassumendo il ciclo è questo:
1) Le multinazionali del cibo cercano giustamente di vendere i loro prodotti
2) Sovvenzionano cosi la ricerca scientifica sui danni del saltare la colazione per creare un alone positivo sui loro prodotti, in particolar modo latticini e cereali
3) Gli enti di ricerca, sempre a corto di denaro per le i loro studi, non possono permettersi di rifiutare i generosi contributi delle industrie
4) Gli studi vengono pubblicati (alcuni magari anche in buona fede, vista l’ aurea oramai magica della colazione) e normalmente convergono sul fatto che saltare la colazione (e quindi non assumere latte e cereali) porti inevitabilmente all’ obesità
5) Infine questi risultati vengono pubblicati nei maggiori quotidiani e periodici vari italiani, che a loro volta hanno convenienza, perché gran parte dei “top spender” pubblicitari sono proprio le industrie del cibo. Negli ultimi tempi, con la crisi, è anche peggio perché gli investimenti nel settore pubblicità sono calati di molto e non si va quindi per il sottile.
6) Risultato finale: l’ opinione pubblica è al 99% convinta che la colazione sia “il miglior pasto della giornata”
7) Mettiamoci pure che il latte e biscotti/cornetto sono obiettivamente buonissimi (ricordo molto bene la mia adolescenza con latte, nesquik e oro saiwa…) e in più danno una dipendenza molto forte: la frittata finale è fatta.
Insomma con questo metodo sono tutti contenti:
- le aziende, che vendono di più
- I centri di ricerca, che possono ricevere fondi cospicui per fare il loro lavoro
- I mass media che ricevono soldi dalla pubblicità
- I consumatori, che ricevono rassicuranti informazioni nella loro area “confort”, su come la loro bella e buona tazza di latte e “biscotti secchi” presa rigorosamente al mattina, sia in assoluto la migliore cosa che possono fare per aumentare le vostre performance sportive e rimanere sani, belli, magri e in salute.
Ah, perdete spesso e non siete affatto in forma? Sarà “costituzione”…
Claudio Tozzi
Quinta Parte
Le informazioni contenute in questo articolo hanno fini puramente divulgativi e non intendono in alcun modo sostituire il parere dei professionisti del settore sanitario. Consultate il vostro medico prima di iniziare qualsiasi programma di esercizio o integrazione nutrizionale.Tutti i diritti sono riservati.
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ENTRO l' ultimo giorno di questo mese
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